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Ieri si è discussa al Senato la famigerata richiesta di rendere incostituzionale l’articolo 4 della legge 194, quella che tutela il diritto all’Interruzione Volontaria della Gravidanza (IVG).

La Corte costituzionale ha comunicato che la questione di costituzionalità della legge 194 sollevata dal giudice di Spoleto è “manifestamente inammissibile”.

Per il momento il diritto di autodeterminazione delle donne è salvo, ma è davvero tutto così roseo?

No, a quanto pare, perchè le statistiche dichiarano che 7 medici su 10 sono “obiettori di coscienza”. In alcune città, soprattutto piccole, il 100% dei ginecologi è obiettore, rendendo così impossibile la scelta di una donna di diventare madre o no: ciò implica non solo l’impossibilità di un aborto (per quanto la decisione già di per sé sia difficile e spesso sofferta), ma anche l’impossibilità ad accedere a contraccettivi di emergenza come la pillola del giorno dopo (che NON è abortiva!). Nonostante nessuna legge possa impedire l’accesso alla pillola del giorno dopo, molti medici e farmacisti si nascondono sotto il velo dell'”obiettore”, di fatto ostacolando la libera scelta di una donna di avere una gravidanza o no.

Vi sono già in attivo varie proposte di legge che mirano allo smantellamento della 194, motivo per cui la lotta non è ancora finita.

Ogni donna, anche se è superfluo ripeterlo, ha il sacrosantissimo diritto di diventare madre quando, come, con chi vuole lei. E’ LEI che porta in grembo il feto, è LEI che lo nutre, è LEI che sopporta tutto ciò che c’è da sopportare con una gravidanza, e sarà LEI ritenuta responsabile per ogni minimo bisogno del neonato, con buona pace dei padri e delle strutture statali che dovrebbero (come minimo) darle una mano.

Ma se una donna non vuole diventare madre? Se sarà praticamente costretta in modo coatto a portare avanti una gravidanza che non vuole, a far nascere un figlio che non desidera?

Non è questione di essere pro o contro l’aborto. Se non si vuole abortire, non lo si faccia. Ma io NON sono cattolica, né cristiana, dunque nessun prete di sta cippa e nessun bigotto moralista può venire adirmi cosa devo o non devo fare con il MIO corpo.
Nessuno può impormi un suo pensiero, se io non lo condivido. Né la sua morale.

 

Fortunatamente, alcune associazioni si sono già attivate nel fare contro-proposte che mirino a diminuire gli “obiettori” (che spesso sono obiettori di comodo, perchè poi ti fanno abortire in cliniche private dietro lautissimo compenso), che assicurino almeno un tot. di medici non obiettori negli ospedali pubblici e la creazione di un albo con i nomi di chi obietta, in modo da sapere in anticipo chi hai davanti.

http://www.consultadibioetica.org/news/?id=143

http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2012/06/21/fino-a-ieri-era-save194-da-oggi-apply194/

 

Da oggi e fino a quando sarà necessario, #APPLY194!

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Vi rimando ad un articolo di Femminismo a Sud, a protezione della Legge 194 che permette l’aborto sicuro ed assistito.

In questi giorni si discuterà, entro il 20 Giugno, una proposta di legge che mira alla ricostruzione della patria potestà e tenta di soffocare il diritto alla determinazione dei corpi femminili, in particolare all’accesso all’Interruzione Volontaria di Gravidanza.

Negli ultimi mesi assistiamo ad attacchi sempre più consistenti dei cosiddetti “pro-life”, che tentano di rendere di nuovo illegale l’aborto assistito (ferri da calza e beveroni al prezzemolo ringraziano, assieme alle donne morte!), già in grave pericolo a causa della percentuale sempre più alta di “obiettori”.

Qui le iniziative proposte: http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2012/06/13/manifestazioni-presidi-sit-in-flash-mob-e-altro-per-save194/

Qui la pagina facebook dove potete dare risonanza mediatica: http://www.facebook.com/events/377741152274285/

 

Una donna deve essere SEMPRE libera di decidere sul proprio corpo. Ha diritto a sussidi e asili nido pubblici, a cure e assistenza quando decide di avere un figlio, e di assistenza medica sicura e gratuita quando decide di NON diventare madre!

Donne e uomini, uniti nella battaglia a difesa dei diritti umani fondamentali delle donne!

Noi non siamo solo uteri!

 

#SAVE 194

 

A presto nuovi aggiornamenti.

 

 

LunaViola.

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Mi alzo stamattina per andare all’università. Faccio colazione, mi vesto, mi lavo, un filo di trucco, una pettinata ai capelli e via.

Poi accendo la tv,e cosa vedo su Studio Aperto?

L’ennesimo femminicidio. Nel giro di due giorni, due donne ammazzate, due “ex” (senza contare la strage del compagno di lei,la figlia e il fidanzato), per mano di due uomini di diverse città, ma accomunati dalla stessa cosa: l’omicidio, anzi, il femminicidio. Le notizie qui:QUI e QUI

E mi rivolto piena di bile velenosa a sentir parlare di “raptus” prima, e “gelosia” dopo.

Se fate caso,per i giornali è sempre gelosia. Ma la sapete una cosa? Anch’io sono una gelosa, sono gelosissima del mio ragazzo, ma non mi passa neanche per l’anticamera del cervello di ammazzarlo. Nemmeno se mi “tradisse”.

Nel caso della vittima di Brescia non si poteva nemmeno parlare di “gelosia” o “tradimento”, perchè i due erano separati da tempo,ed era ovvio che lei avesse continuato a vivere come fanno le persone normali.
Nel caso della vittima di Verona sono bastati gli “sms” per far venire il “raptus” all’uomo? Ma fatemi il piacere!

In entrambi i casi la ragione dell’omicidio è sempre la stessa: la donna è considerata, dal suo assassino, marito, ex marito, fidanzato, amico, conoscente che sia, una sua proprietà. Che non ha il diritto né la libertà di vivere come le pare e piace,di seguire la sua strada, di fare scelte.
Una “gelosia” che è un sentimento malato di egoismo, di crudeltà, della convinzione che “lei è mia, e dunque deve amarmi/appartenermi/fare quello che voglio io”.

E vi siete mai chiesti perchè delitti di questo genere non avvengono o sono rarissimi da parte di donne? Chiedetevelo. Fatevi questa domanda. Ragionateci su.
E poi ditemi se non è una cultura del sessismo, della misoginia e di quel perverso sentimento di oppressione e possessività che viene ogni volta giustificato, anche mostrato come se fosse un segno “d’amore”. Ma amore dove?!?
Se una persona ti ama non ti uccide! Se un uomo ama una donna non la opprime, non fa dello stalking, non la segue per vedere dove va, non le proibisce di fare questo o quell’altro. La ama e basta. Amare è sostenere, appoggiare, confidarsi, fidarsi. L’amore è rispetto e reprocità. L’amore è un sentimento bellissimo, e, ve lo dico chiaro e tondo, sputerei in un occhio a chi ha il coraggio di dire che atteggiamenti del genere vengono dall’amore.

Quella è la cultura dell’oppressione femminile, e quante altre vittime ci vorranno prima che la gente si svegli fuori? Quante altre donne ammazzate con i loro amici o familiari dovranno esserci prima che qualcosa cambi?

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